sabato 26 maggio 2018

Ma quanti bei coniglietti...


Mai visti così tanti coniglietti durante una passeggiata a pochi passi dalla città. Ed è davvero piacevole scorgere questi simpatici musetti nei campi o lungo il ciglio della strada.
















"Chi insegue due conigli, non prenderà nessuno dei due"
                                (Confucio)




"Raramente un artista è stato un eroe. Più spesso vive isolato e come timidissimo coniglio."
                                                                                                                           (Fabrizio De André)




















lunedì 21 maggio 2018

Angeli


 "Il primo pensiero di Dio fu un angelo. La prima parola di Dio fu un uomo."
                                                                                                                                          (Kahlil Gibran)

mercoledì 16 maggio 2018

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno...


Sabato 5 maggio siamo partiti per un'altra poetica meta italiana...Lecco.
Veramente una bella cittadina, curata, pulita, piena di vita. Lo specchio verde del lago e la cornice rocciosa delle montagne le conferiscono un'atmosfera magica.
Una volta depositati i bagagli in albergo ci siamo diretti subito verso il lago ed abbiamo intrapreso una piacevole passeggiata dal lungolario Isonzo fino al lungolario Cesare Battisti. 








































 













































Qui abbiamo anche potuto ammirare l'imponente monumento ad Antonio Stoppani (geologo, paleontologo e patriota lecchese, il padre della geologia italiana).
L'idea di realizzare un monumento alla sua memoria si ebbe nel gennaio 1891, a pochi mesi dalla sua morte ma venne inaugurata soltanto nel 1927, per opera dello scultore milanese Michele Vedani. Originariamente la statua era situata sul lato opposto della strada, nei giardini del lungolago, in uno spazio denominato Piazzale dei Mille dove, attualmente, si trova il monumento commemorativo ai Marinai d'Italia. Fu arretrata nel 1933 al centro di una grande esedra in mattoni rossi a vista delimitata da due fontane laterali.



Al pomeriggio il tempo è drasticamente e improvvisamente peggiorato e quindi per ripararci dalla pioggia ne abbiamo approfittato per visitare le due belle chiese

BASILICA DI SAN NICOLO'

"...Arrivando o vivendo a Lecco si è colpiti immediatamente dal campanile ("Il Matitone"), che svetta verso l'alto con i suoi 96 metri, e si è sollecitati ad arrivare alla facciata solenne di S.Nicolò. La porta maggiore della Basilica, presenta un notevole bassorilievo di Maria con al scritta "La sua misericordia di generazione in generazione si estende su quelli che lo temono" e un altro espressivo bassorilievo di Gesù che dice "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro celeste". Entrambi sono un invito convincente a varcare la soglia. Maria ci indica che la Via per sperimentare la misericordia di Dio Padre è proprio Gesù Cristo, suo Figlio. Una serie di affreschi ci mostra che Gesù proclama la bontà di Dio, accoglie noi peccatori, ci perdona e ci ama fino alla fine..." 
                                                                                         (mons. Franco Cecchin Prevosto di Lecco)
e il SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DELLA VITTORIA
 
















"UNA CHIESA NATA DALLA FEDE DEI LECCHESI. Durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918) la vita della città era bloccata, nel lavoro e nelle famiglie. La gente chiese ai sacerdoti - Cosa facciamo? - La rispota fu - Preghiamo! - Da questa intensa preghiera nacque il desiderio e il voto di costruire la termine della guerra una chiesa dedicata alla Vergine Maria, proprio in questo quartiere che si stava urbanisticamente espandendo e pertanto necessitava di un nuovo luogo di culto.
Verso la fine della guerra, il Card. Andrea Ferrari, Arcivescovo di Milano, pose la prima pietra.
Dopo diversi anni di paziente lavoro, il 5 novembre 1932 la chiesa fu consacrata dal Card. Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano."


































Siamo inoltre andati nella Piazza XX Settembre dove si trova il PALAZZO DELLE PAURE.
Costruito tra il 1902 e il 1905, fino al 1964 fu la sede dell'Intendenza di Finanza, del Catasto e della Dogana, da qui l'appellativo delle Paure


































Qui, al terzo piano, appiamo potuto visitare l'interessante e interattivo Osservatorio Alpinistico Lecchese dove abbiamo appreso la storia di coraggio e perseveranza dei Ragni di Lecco (gruppo di alpinisti lecchesi) e in particolare del mitico Casimiro Ferrari.
Al secondo piano c'era la galleria d'arte contemporanea e al primo la mostra temporanea Paladino Grandi Cicli Incisori 1986-2012. Data la nostra scarsa, se non nulla conoscenza in materia, non abbiamo potuto apprezzare le opere esposte. Una cosa però ci ha colpiti molto, una delle citazioni che accompagnavano le opere:


Nel tardo pomeriggio il tempo è un pò migliorato e quindi, passando per viale Dante Alighieri, ci siamo imbattuti nel Monumeto ad Alessandro Manzoni.
Monumento fortemente voluto da Antonio Stoppani, inaugurato nel 1981, è composto dall'imponente statua bronzea di Alessandro Manzoni e dal basamento di marmo che racchiude quattro altorilievi tre dei quali rappresentano alcune scene del più celebre romanzo manzoniano: il rapimento di Lucia, Renzo al Lazzaretto e il matrimonio dei due promessi sposi. 


Matrimonio di Renzo e Lucia



















per poi giungere all'antico Ponte Azzone Visconti

















Il Ponte Azzone Visconti, chiamato anche Ponte Vecchio, fu costruito tra il 1336 e il 1339 sul fiume Adda con l'obiettivo di migliorare i collegamenti tra Lecco e il ducato di Milano.


Da qui abbiamo proseguito sul lungo lago fino a ritornare in centro e poi in albergo.
Alla sera, dopo una gustosa cena a base di pesce di lago, ci siamo concessi un bellissimo giro sulla ruota panoramica, che andava molto lentamente in modo tale da farci godere appieno della bellezza della Lecco illuminata.


Il giorno successivo ci ha accolti uno splendido sole, quindi dopo un'abbondante colazione, abbiamo preso il treno che in una ventina di minuti ci ha portato al caratteristico borgo di Varenna.


"Nominata come villaggio di pescatori nel 769 fu alleata nell'epoca dei Comuni a Milano, venne distrutta dai comaschi nel 1126. Accolse gli esuli dall'Isola Comancina, che subì simili sorte nel 1169: venne devastata, il suo castello e le sue chiese distrutte.
Il quartiere dove si rifugiarono venne chiamato Insula nova, nome che poi venne esteso all'intero borgo, che in poco tempo divenne uno dei più ricchi del lago.
Ancora oggi ogni anno si celebra l'esodo dei comacini e l'accoglienza dei varennesi, il sabato e la domenica della settimana in cui cade il 24 giugno, festa di San Giovanni. Il lago viene illuminato a giorno con migliaia di lumaghitt, lumini galleggianti abbandonati sulle acque, come a ricordare le anime derelitte che navigarono da una sponda all'altra, scappando dalle proprie case in fiamme."
                                                                                                                                        (Wikipedia)

La stazione si trova in una posizione sopraelevata rispetto al centro del borgo e nel scendere verso il lago gli scorci di paesaggio che si intravedono sono da mozzare il fiato.

















































































Passando poi per una stretta e caratteritisca strada acciottolata ai cui lati si affacciano ristorantini e negozietti si arriva alla piazza principale.


Proseguendo abbiamo raggiunto l'Hotel Villa Cipressi dove abbiamo visitato il bellissimo giardino botanico. E' stata una piacevole passeggiata nella natura in cui non sono mancate le soste per ammirare il lago in tutto il suo splendore.






























































































































































Successivamente ci siamo gustati un ottimo pranzo (immancabilmente a base di pesce di lago) nella piazza principale. Dopo di che un riposino ristoratore sotto una pianta nei pressi del lago ed infine una meravigliosa passeggiata, con tanto di sosta granita, per il lungolago.








































































Verso le 16.00 siamo ritornati in stazione e abbiamo il preso il treno per tornare a casa molto soddisfatti di quanto visto e vissuto.